BMCR 2022.03.05

Euthyna: il rendiconto dei magistrati nella democrazia ateniese (V-IV secolo a.C.)

, Euthyna: il rendiconto dei magistrati nella democrazia ateniese (V-IV secolo a.C.). Quaderni di Erga-Logoi. Milan: LED Edizioni, 2021. Pp. 294. ISBN 9788879169639. €35,00.

Il volume di Annabella Oranges nasce con l’intenzione di raccogliere tutte le testimonianze che si riferiscono alla procedura di rendicontazione (euthyna) nell’Atene classica, analizzare i differenti casi e organizzarli in un catalogo ragionato come premessa alla comprensione del funzionamento della procedura medesima. Il lavoro si basa su una dettagliata analisi delle fonti letterarie ed epigrafiche ed è corredato da un ricco apparato di note che integrano, in modo esauriente, la ricostruzione dei casi trattati e la storia degli studi sull’argomento.

Dopo l’Introduzione (pp. 1-19), il testo si articola in due parti. La prima sezione (pp. 23-162) costituisce un catalogo dei casi di euthyna in sezioni cronologiche: rendiconti compresi tra il periodo delle guerre persiane e quello della riforma di Efialte (pp. 23-47); rendiconti risalenti all’epoca della guerra del Peloponneso (pp. 49-90); rendiconti relativi al periodo della restaurazione democratica (pp. 91-108); euthynai del IV secolo (pp. 109-162). La seconda parte, dopo alcune osservazioni preliminari sulle due fasi della procedura (pp. 165- 167), mira a comprendere le competenze degli euthynoi in base alla testimonianza della Athenaion Politeia di Aristotele (pp. 167-175), nonché alla luce del dato epigrafico (pp. 176-187); le testimonianze sulle funzioni di tali magistrati sono confrontate, inoltre, con il decreto di Patroclide (pp. 187-201), come riportato da Andocide I 77-79.  Il volume si chiude con le conclusioni dell’autrice (pp. 203-208), un’appendice in cui si indagano le origini dell’euthyna a partire da Solone (pp. 209-225), i riferimenti bibliografici (pp. 227-268), una tabella riassuntiva dei casi di euthyna analizzati nella prima parte del volume catalogati con il nome del magistrato, l’incarico ricoperto, l’anno del processo, il capo e/o la procedura d’accusa, l’accusatore, la pena proposta, l’esito del processo e le fonti principali che tramandano l’episodio (pp. 269-274), una tabella dei restanti casi di euthyna  secondo lo schema precedente (pp. 275-276), l’indice dei nomi di persona (pp. 277-278), l’indice dei termini notevoli in greco (pp. 279-280), l’indice dei nomi geografici e di luogo (p.281), l’indice delle fonti letterarie (pp. 283-289) e l’indice delle fonti epigrafiche (pp. 291-292).

Nella storia degli studi sull’euthyna, un catalogo dei casi di rendiconto era del tutto assente. Come dichiarato dall’autrice più volte nel corso del testo, la mancanza di un’analisi sistematica dei processi di rendiconto ha reso più difficile la comprensione di alcuni casi di euthyna e della procedura nel suo complesso. Data la scarsità di testimonianze, la Oranges cerca di interpretare come euthynai anche casi che non sono esplicitamente riportati come tali nelle fonti: la ricostruzione è condotta non solo sulla base dei testi degli storici e degli oratori del periodo ma anche attraverso l’eco che tali episodi ebbero nei testi comici, soprattutto in Aristofane.

L’autrice confuta la ricostruzione di Piérart[1], secondo cui, in seguito alla riforma democratica del 403/402 a. C., le competenze in materia finanziaria degli euthynoi sarebbero state ridimensionate in favore dei loghistai: l’analisi delle iscrizioni e il resoconto dell’Athenaion Politeia non supportano l’ipotesi che le competenze degli euthynoi siano state alterate tra V e IV secolo. La Oranges rileva, inoltre, la scarsa attenzione del lavoro di Piérart alla ricostruzione delle vicende giudiziarie relative ai processi di rendiconto.

Il catalogo nella prima parte del libro è funzionale alla ricostruzione delle due fasi dell’euthyna nella seconda. Nel corso della prima fase della procedura di carattere prettamente finanziario, il magistrato soggetto a rendiconto presentava davanti a dieci loghistai la dichiarazione delle spese sostenute durante il proprio mandato; durante la seconda fase, euthyna propriamente detta, una commissione di dieci buleuti, definiti euthynoi, assistiti da due paredroi ciascuno, trattavano denunce di carattere pubblico o privato relative alla condotta del magistrato uscente e potevano assolvere il magistrato oppure formulare una condanna in prima istanza e rimandarla al tribunale competente. Secondo l’autrice, in questa fase le accuse al magistrato uscente potevano portare a procedure di tipo diverso: dikai, graphai, eisangheliai.

L’analisi della Oranges dimostra che la procedura di euthyna non fosse inconciliabile o alternativa a quella delle eisangheliai, come ritenuto in molti studi precedenti: a supporto della propria tesi, l’autrice cita uno scolio all’orazione Contro Timarco di Eschine (Σ in Aeschin. I 1 Dilts) in cui si afferma che talvolta le eisangheliai erano presentate contro quanti erano soggetti a rendiconto. L’analisi dei casi di rendicontazione conferma dunque l’ipotesi che l’euthyna non fosse una procedura autonoma ma preliminare rispetto ad altre azioni pubbliche e private.

La ricostruzione dei singoli casi di euthyna è condotta con rigore metodologico attraverso l’analisi di tutte le fonti disponibili, sebbene in alcuni casi lo sforzo interpretativo appaia notevole a causa della scarsità o della reticenza delle fonti stesse. Il lavoro della Oranges ha indubbiamente il merito di aver riunito in un unico catalogo, in ordine cronologico, tutte le testimonianze letterarie ed epigrafiche su una procedura politico-amministrativa fondamentale della democrazia ateniese e di aver cercato di superare le apparenti contraddizioni nelle fonti antiche attraverso una rilettura dei meccanismi della procedura di euthyna.

Notes

[1] M. Piérart, Les εὔθυνοι athéniens, L’Antiquité Classique 40 (1971), pp. 526-573.