Il volume curato da Stephen Hodkinson e Chrysanthi Gallou affronta un tema per molti versi nuovo: il lusso, inteso come habrosyne o tryphè dai Greci, e come luxuria dai Romani, e l’accumulo o la mancanza di ricchezze a Sparta e nel Peloponneso in epoca arcaica, classica ed ellenistica. Lo studio, aperto da un ricordo di Anton Powell, general editor alla Classical Press of Wales, scomparso nel giugno del 2020, da parte di Hodkinson e dall’introduzione dei due curatori, è costituito da 14 contributi che affrontano il tema da diverse prospettive. I lavori, risultato di una conferenza sul tema ‘Luxury and Wealth in the Archaic to Hellenistic Peloponnese’ tenutasi presso l’Università di Nottingham il 14 e 15 aprile 2016, sono organizzati in tre parti: Part I: General Perspectives; Part II: Sparta and Lakonike; Part III: The Wider Peloponnese and Beyond. Se la prima parte, costituita dal solo contributo di Osborne, può essere ritenuta un’introduzione generale al tema, aggiungendosi, ma senza sovrapporsi, a quella dei due curatori, invece costituiscono delle vere e proprie sezioni tematiche la seconda, che raccoglie i contributi 2-7, e la terza, nella quale confluiscono i contributi 8-14. Il volume è chiuso da un ampio indice generale che comprende nomi di persone, luoghi e cose notevoli (pp. 275-313).
Sebbene la divisione in tre parti aiuti a compattare i temi affrontati nei diversi lavori, e miri a dare allo studio una linea tematicamente coerente e lineare, tuttavia tale sforzo non sempre si coglie, anzi in molti casi si ha l’impressione di trovarsi di fronte a tessere slegate che non contribuiscono a creare (o tentare di creare) il mosaico riassunto nel titolo.
La parte più lineare è certamente la seconda che, come detto, fa seguito al contributo introduttivo di Osborne. Questi si sofferma sui termini greci habrosyne e tryphé, e su quello latino luxuria, cercando nei testi di epoca arcaica – da Omero a Semonide, da Ipponatte ad Anacreonte – ma anche nelle fonti archeologiche (offerte ai santuari) contesti e personaggi ai quali agganciare la propensione verso il lusso.
La seconda parte entra in medias res, con gli autori che affrontano da diverse prospettive il tema del lusso a Sparta e il sistema di vita della città nelle sue diverse fasi storiche. Così Finglass cerca di offrire uno spaccato della società spartana nel VII secolo attraverso i frammenti di Alcmane, formulando l’ipotesi, invero fragile, secondo la quale “a society which, according to the old yet enduring stereotype, shunned the values of luxury and wealth on display in Alcman’s poetry would not have continued to perform it; and without such continued reperformance there would have been no impetus to preserve texts of his poetry. The mere fact that Alcman survived thus sheds some light on the nature of Spartan society long after his death” (p. 26); Gallou prende in considerazione, invece, il significato dell’offerta nei santuari di beni materiali, in particolare di abiti e tessuti femminili, per la piena comprensione dello stile di vita nella Sparta arcaica, per molti versi improntato alla sobrietà; Paradiso e Roy si occupano della condizione economica e del ruolo sociale di alcune donne, in particolare di Cinisca, donna ricchissima, sorella di Agesilao, in grado di allestire una quadriga e di vincere per due volte alle Olimpiadi tra il 396 e il 392 a.C.
In merito agli altri contributi di questa sezione, Bresson si sofferma sul sistema economico di Sparta fondato sul consumo di quanto prodotto in Laconia, sulla limitazione delle importazioni, sulla scarsa circolazione della moneta. Uniti a un sistema legislativo estremamente restrittivo, tali elementi, secondo l’autore, portarono alla stagnazione, alla povertà e alle disuguaglianze sociali. Ponendo come punto di riferimento gli studi di Gorman[1] e di Hodkinson[2] – peraltro ampiamente tenuti in considerazione in tutto il volume – Millender, sulla base di quanto riportato da Euripide, Platone e Aristotele, indaga la condizione sociale delle donne spartane e la loro tryphè. In un contesto di critica dell’ordinamento spartano, la tryphè femminile è essenzialmente giustificata come incapacità dello stato di dare delle regole alle donne e di impedire che esse ereditassero cospicui patrimoni e aumentassero il loro peso politico nella città. Sul significato di tryphè in Plutarco in relazione a Sparta si sofferma Christesen, secondo il quale il termine non indicherebbe, contrariamente a quanto proposto finora, lusso sfrenato (“luxury”), quanto ‘decadence or invidious, tasteless ostentation’. Partendo da questo presupposto, lo studioso analizza i passaggi nei quali Plutarco usa tryphè e arriva alla conclusione che “one cannot help but wonder if Sparta was in reality not nearly as Spartan as we have, due in part to mis-reading Plutarch, imagined it to be” (p. 134).
Come detto in precedenza, la terza parte del volume è dedicata a luxury e wealth nelle altre regioni del Peloponneso. Così Duplouy prende in considerazione i corredi tombali di epoca arcaica ritrovati nel territorio di Argo e Corinto, valutando la presenza di oggetti di lusso (importati o di produzione locale) o la loro assenza nelle due realtà territoriali come prova della differenza sociale tra ricchi e poveri. Un episodio di guerra tra Argo e Sparta narrato da Erodoto (I 82) – la cosiddetta battaglia dei campioni – è indagato da Franchi, che si sofferma in particolare sui divieti che gli Argivi imposero alla comunità all’indomani della sconfitta: fino a quando gli Argivi non avessero ripreso il possesso di Tryrea in Cinuria caduta nelle mani degli Spartani, le donne non avrebbero dovuto indossare monili d’oro, gli uomini avrebbero dovuto tagliare i capelli e tenerli corti. I due divieti, rileva la studiosa, in particolare quello di indossare monili in oro, rendevano visibile la tristezza dell’intera comunità per la sconfitta subita. Di taglio archeologico è il contributo di Kokkorou-Alevras, che tenta di misurare la propensione al lusso di diverse comunità del Peloponneso sulla base dell’uso di materiali pregiati – marmo in particolare – nella costruzione dei templi. In particolare, la studiosa mette in relazione l’assenza di materiali da costruzione pregiati a Delfi e nei santuari del Peloponneso, per i quali si preferiva la più vile pietra locale al pregiato marmo, con l’etica conservatrice e la tradizione licurghea che in mille modi osteggiava ogni forma di lusso. Murray si interroga sulle possibili forme di acquisizione di ricchezza e ascesa sociale nelle città del Peloponneso, arrivando alla conclusione, sulla base di dati tratti soprattutto dalla tradizione letteraria, che il Peloponneso, rispetto ad altre regioni, presentasse una minore mobilità sociale. Esso sarebbe stato caratterizzato sia da una maggiore stabilità politica rispetto alla Ionia, elemento che impedì la perdita e/o l’acquisizione repentina di ricchezze (il dato è chiaro in Hdt. VI 86a4-5), sia da un minor numero di artisti e professionisti in grado di imporsi all’attenzione generale e di accumulare ricchezze. Il tema dell’austerity, intesa non solo come misure restrittive imposte dall’autorità, ma soprattutto come stile di vita seguito dalle classi meno agiate lontane dal lusso, è affrontato da Cecchet. La studiosa prima si sofferma sul decreto ateniese contro Megara del 433/432 che, come è noto, provocò gravi problemi di approvvigionamento ai cittadini, specialmente a quelli più poveri, poi dedica la parte finale del suo studio (pp. 232-236) al fenomeno dell’evergetismo. Riprende il tema dell’evergetismo ma in epoca ellenistica Aneziri che, fondandosi su dati epigrafici, rileva nelle comunità del Peloponneso un numero più limitato di evergeti rispetto ad altre regioni. La studiosa spiega il fenomeno legandolo sia alla presenza in diverse comunità di tiranni, in genere ostili alle élites, sia alla Lega Achea che richiese ai più ricchi continui contributi in denaro per finanziare la guerra. La fine delle tirannidi e della Lega Achea nella seconda metà del II secolo spiegherebbe, a suo avviso, l’aumento di atti di evergetismo. Sul lusso e sull’accumulo di ricchezze nel Peloponneso in epoca ellenistica si sofferma Psoma che fonda la sua ricerca soprattutto su dati numismatici. Secondo la studiosa, nelle diverse comunità del Peloponneso le élites benestanti non solo mantennero il potere ma, specialmente dopo l’arrivo dei Romani, furono in grado di manifestare molte forme di evergetismo.
Considerata la penuria delle fonti che, in molti casi, riportano dati contrastanti, continua a rimanere aperta la questione di sempre: Sparta e le città del Peloponneso furono lontane dall’habrosyne/tryphè della Ionia e di Atene o, in qualche modo e in forme diverse, lo condivisero? Sebbene allo stato attuale molti elementi rimangano nebulosi, tuttavia è merito di questo volume aver rivolto l’attenzione su un tema marginale, offerto alcune risposte, posto nuove domande e, forse, stimolato nuove ricerche.
Authors and Titles
In Memory of Anton Powell – Stephen Hodkinson
Introduction – Stephen Hodkinson and Chrysanthi Gallou
Part I: General Perspectives
- The Politics of Flashing: From Wealth of Material to Discourse of Luxury in a World Full of Gods- Robin Osborne (University of Cambridge, UK)
Part II: Sparta and Lakonike
- Alcman’s Early Transmission and Aarchaic Spartan Society – J. Finglass (University of Bristol, UK)
- ‘As We Carry a Robe to the Dawn Goddess’: Luxurious Textiles in Spartan and Lakonian Sanctuaries – Chrysanthi Gallou (University of Nottingham, UK)
- Kyniska: Production and Use of Wealth – Annalisa Paradiso (Università della Basilicata, Italy) and James Roy (University of Nottingham, UK)
- Closed Economy, Debt and the Spartan Crisis – Alain Bresson (University of Chicago, USA)
- Spartan Female Luxury? Wealth, Truphe, and Sparta’s ‘Loose’ Women – Ellen Millender (Reed College, USA)
- Luxury, Lost in Translation: Truphe in Plutarch’s Sparta – Paul Christesen (Dartmouth College, USA)
Part III: The Wider Peloponnese and Beyond
- Funerary Luxury and Austerity in Pre-Classical Argos and Corinth: The Making of Citizen Communities – Alain Duplouy (Université de Paris 1, Panthéon-Sorbonne, France)
- Women in Gold: Luxurious Objects, Excellence and Prestige in the Peloponnese – Elena Franchi (Università di Trento, Italy)
- Marble: A Luxury Material in Early Greek Architecture – Georgia Kokkorou-Alevras (University of Athens, Greece)
- Paths to Wealth in Central Greece, Ionia and the Peloponnese – Sarah C. Murray (University of Toronto, Canada)
- Austerity for the Poor: Imposition and Relief – Lucia Cecchet (Universität Mainz, Germany)
- Civic and Religious Euergetism in the Hellenistic Peloponnese: The Epigraphic Evidence – Sophia Aneziri (University of Athens, Greece)
- Luxury and Wealth in the Hellenistic Peloponnese – Selene Psoma (University of Athens, Greece)
Notes
[1] Gorman, R.J. and Gorman, V.B., Corrupting Luxury in Ancient Greek Literature, Ann Arbor 2014.
[2] Hodkinson S., Property and Wealth in Classical Sparta, London-Swansea 2000.