Il volume, primo di una serie di tre intitolata Diabaseis, raccoglie gli atti del Convegno internazionale sulle comunità della Grecia nord-occidentale, tenutosi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia fra il 7 e il 9 gennaio 2010.1 Come chiarisce nell’introduzione Claudia Antonetti, organizzatrice del Convegno e curatrice degli atti, l’incontro veneziano ha tratto ispirazione dai progressi della ricerca archeologica e dal rinnovato interesse degli studiosi per l’Ellade occidentale.2 In base al tema trattato da ciascun autore, i singoli contributi sono stati distribuiti in quattro sezioni: Territori nella storia, Storia politica e istituzioni, Istituzioni e società, Prospettive occidentali.
Apre il volume la breve introduzione curata da Claudia Antonetti, la quale illustra preliminarmente origine, articolazione e obiettivi del Convegno. La prima sezione è dedicata a contributi di carattere archeologico, che danno conto dello stato attuale della ricerca sul campo e che, pertanto, intendono offrire un quadro aggiornato delle più recenti scoperte intervenute nella Grecia nord-occidentale. Danno avvio a questa sezione alcune riflessioni di Peter Funke sulla composita topografia del Nord-ovest. Alla tradizionale inaccessibilità e all’arretratezza delle regioni interne, principali cause del disinteresse delle fonti antiche per quest’area, fa da contraltare l’avanzamento culturale, politico e commerciale delle regioni costiere e delle isole ioniche, aree di scambio e di intensi contatti fra comunità diverse, oltreché teste di ponte per i coloni diretti in Italia meridionale e sulle coste dell’Adriatico. L’indagine di Gariphalia Metallinou è incentrata sulle interconnessioni fra la storia e l’archeologia di Corcira. L’Autrice si sofferma sulla vexata quaestio relativa alla presenza sull’isola di coloni euboici in un periodo precedente al primo insediamento corinzio. Kassiani Lazari ed Ekaterini Kanta-Kitsou prendono in esame le tappe dell’urbanizzazione della Tesprozia, le cui città, fondate per lo più fra IV secolo a. C. e II secolo a. C., sembrano seguire modelli d’insediamento ispirati agli impianti urbanistici delle colonie corinzie lungo la costa. Il contributo di Georgios Riginos, dedicato all’organizzazione urbanistica dell’Epiro meridionale fra età classica ed ellenismo, ha il suo fulcro nella descrizione dei siti di Ambracia e di Cassope. Maria Stavropoulou-Gatsi traccia il bilancio delle ricerche archeologiche condotte nell’ultimo decennio in Etolia, Acarnania e sull’isola di Leucade. Vanno segnalati, tra gli altri, i risultati preliminari delle indagini condotte a Calidone e nel suo suburbio, che hanno gettato nuova luce sull’impianto cittadino e sulla viabilità antica della chora. Andreas Sotiriou, basandosi sui nuovi dati emersi da alcuni scavi di emergenza a Cefalonia, contrasta l’idea che l’isola fosse disabitata durante il periodo proto-geometrico e geometrico. L’Autore, inoltre, conduce una rassegna sui rinvenimenti archeologici più significativi nelle città della tetrapoli cefalonica (Crane, Pale, Pronnoi e Same).
I contributi della seconda sezione, la più estesa del volume, sono incentrati sullo studio degli assetti istituzionali di singole comunità nord-occidentali. L’argomento viene generalmente affrontato in una duplice prospettiva: valutare gli effetti sulle dinamiche interne e verificare le ricadute nelle relazioni internazionali. Partendo dai dati offerti dalla tradizione letteraria e dalla documentazione epigrafica, Pierre Cabanes analizza il rapporto fra la progressiva integrazione degli ethne nei più estesi stati territoriali (Epiro e Macedonia su tutti) e il movimento di urbanizzazione cui si assiste a partire dal IV secolo a. C.:3 l’Autore osserva che esito di tali processi di annessione non è la disgregazione delle strutture istituzionali degli ethne, ma piuttosto un affiancamento ad esse di organismi politici caratteristici della polis. Lo studio di Ugo Fantasia prende le mosse dall’analisi delle relazioni fra l’ ethnos acarnano e le altre comunità greche (in particolare Atene) nel trentennio compreso fra 454 a. C. al 424 a. C. Successivamente, l’Autore affronta il problema della costituzione dell’ ethnos in Stato federale, delineandone le tappe del processo di formazione che prese avvio alla metà del V secolo a. C. e che si esaurì probabilmente all’inizio del IV. Nella disamina delle fasi di sviluppo del koinon degli Etoli fra V e IV secolo a. C., Claudia Antonetti si sofferma in dettaglio sul processo che portò al riconoscimento della loro ellenicità, portato della sempre più attiva interazione fra Etoli e altre realtà del mondo greco (Sparta, Atene, Tebe, la Macedonia, etc.).4 L’Autrice, inoltre, pone l’accento sull’esistenza, nello stesso lasso di tempo, di istanze ‘autonomiste’ in seno al koinon, come quella dei Messeni di Naupatto e quella degli Eoli di Calidone e Pleurone.5 Traendo spunto da alcuni passi tucididei relativi alla potenza economica e militare di Corcira, Maria Intrieri si interroga sul significato del termine autarkeia che sembra voler esprimere in Thuc. 1, 37, 4 l’autosufficienza economica dei Corciresi. Lo studio di Francesca Crema sulle attestazioni della pritania eponimica nella Grecia nord-occidentale getta luce sui rapporti che legano gli assetti istituzionali dei centri di quest’area con l’organizzazione politica di Corinto, veicolata per tramite delle sue colonie sullo Ionio. Il contributo di Ivan Matijašić prende in esame alcune magistrature di origine militare attestate nel Nord-ovest in età ellenistica. Accanto alle cariche di stratego e polemarco, ben note e diffuse in tutto il mondo greco, l’Autore dedica ampio spazio alle funzioni del tossarco, figura di magistrato poco nota e raramente attestata. In base alle testimonianze letterarie6 e alla documentazione epigrafica, Lazzaro Pietragnoli tenta di delineare funzioni e prerogative dei probouloi e si interroga sulla controversa pertinenza di questa magistratura ad assetti politici di stampo oligarchico. Stefania De Vido passa in rassegna organismi istituzionali, magistrature e ripartizioni civiche attestate per le isole ionie e per le poleis del continente antistante e ne mette in rilievo le convergenze con Corinto. Anche in questo caso si rivelano interessanti i risultati della sovrapposizione fra organizzazione civica e istituzioni dei koina. Partendo dalla testimonianza di Strabone sul ruolo della Via Egnatia come sorta di limes fra greco e non-greco, Silvia Palazzo sviluppa alcune riflessioni su poleis, regioni, località ed ethne lungo la via, nominati da Polibio nei resoconti delle operazioni militari condotte nell’area tra III e II secolo a. C. Le risultanze dello studio numismatico di Tomaso Lucchelli evidenziano una lenta affermazione della moneta come mezzo di scambio nell’area nord-occidentale: le prime coniazioni si devono alle evolute colonie corinzie di Corcira e di Leucade, che iniziano a battere moneta – pur se in quantitativi piuttosto limitati – sullo scorcio del VI secolo a. C. Una significativa cesura è da porre nel IV secolo a. C., epoca in cui si assiste ad un vero e definitivo sviluppo della produzione monetale.
Un secondo contributo di Claudia Antonetti apre la terza sezione, dedicata alle interrelazioni fra istituzioni e società. L’Autrice approfondisce gli aspetti e le fasi di sviluppo della koine socio-culturale della Grecia del nord- ovest, che trova tangibile espressione in ambiti diversi e lontani tra loro (dalle manomissioni ai culti, dalle feste al centralità del ruolo della donna). Nel suo secondo contributo, Pierre Cabanes conduce un’attenta disamina sulle peculiarità della famiglia in questa parte della Grecia. Due sono gli aspetti di particolare originalità: la comunanza di beni e il ruolo centrale detenuto dalla donna. Damiana Baldassarra raccoglie tredici testimonianze epigrafiche che trasmettono altrettante liste cultuali provenienti da Ambracia, da Tirreo e da Astaco. Le iscrizioni, tra cui si segnalano due documenti inediti da Ambracia, sono dotate di testo critico e commento e offrono lo spunto per chiarire doveri e funzioni degli officianti attestati nelle epigrafi. Il contributo a quattro mani di Damiana Baldassarra e Anna Ruggeri tenta di ricostruire, a partire dall’analisi etimologica, le mansioni di due ministri di culto: l’ aozos e lo hierophoros. Daniela Summa presenta i risultati della rinnovata lettura di IG 1 2 2, 451, una lista cultuale rinvenuta presso la città acarnana di Palero, non lontano dal locale santuario di Artemide. Un nuovo calco dell’iscrizione ha consentito di stabilire l’eponimia delle sacerdotesse artemidee e attesta, allo stesso tempo, l’impiego del termine hierapolos per indicare la sacerdotessa in carica. Elisa Bugin svolge alcune riflessioni sul tema dell’ asylia a partire dall’esame di IG IX 1 2 1, 135, decreto risalente al III secolo a. C. con cui gli Etoli riconoscono l’ asylia agli Arcadi di Lusi, sede del santuario di Artemide Hemera. IG IX 1 2 1, 51, un’elegia su epigrafe rinvenuta a Termo e databile al III secolo a. C., ispira il lavoro di Edoardo Cavalli, il quale si concentra sulle circostanze della morte di Skorpion, l’eminente personaggio celebrato in questa iscrizione. L’imboscata che ne causò la fine sembra esser stata legata ad operazioni belliche non meglio precisabili, condotte forse da uno dei Diadochi fra gli anni Novanta e Ottanta del III secolo a. C. Istituendo un confronto con la metrica e con la struttura di epigrammi coevi di analogo contenuto, l’Autore propone inoltre di attribuire il componimento epigrafico a Posidippo di Pella o, forse, ad un suo imitatore. Raccogliendo in un unico corpus dodici epigrammi funerari provenienti da Etolia e Acarnania, Elisa Criveller ne indaga analiticamente contenuti e caratteristiche, riservando particolare attenzione alle peculiarità metriche, grafiche e linguistiche.
La sezione conclusiva si compone di due contributi, entrambi dedicati a Locri Epizefiri e alle analogie istituzionali e culturali fra la polis magnogreca e le comunità della madrepatria. Lavinio Del Monaco riprende in esame il contenuto delle tabelle bronzee di Locri, tentando di ricostruire l’ordinamento istituzionale della città e le sue ripartizioni territoriali. L’Autore osserva che magistrature e sistema filetico, nonché l’attestazione di fratrie e di peculiari magistrature collegiali, sembrano trovare corrispondenza non soltanto negli organismi e nelle articolazioni interne delle due Locridi metropolitane, ma anche nell’assetto di alcune poleis del Peloponneso (specialmente Argo). Paola Grandinetti conduce uno studio sul ruolo della donna a Locri Epizefiri e sulla centralità della figura femminile sia nelle leggende metropolitane, sia anche nei culti e nel mito di fondazione della città magnogreca.
Chiudono il volume le conclusioni generali di Pierre Cabanes che rileva come le giornate di studio veneziane abbiano contribuito a conferire nuova linfa agli studi sulla Grecia nord-occidentale, in particolare alla sua storia politica e alle peculiarità socio-culturali delle sue numerose comunità.7
La varietà delle tematiche affrontate e la diversità degli approcci nell’indagine sulla Grecia ‘terza’, rendono questo volume un prezioso strumento di studio, frutto della proficua collaborazione fra specialisti dei diversi settori di ricerca sull’antichità classica. Oltre alla qualità dei contributi, merita di esser sottolineato, tra gli altri, anche l’indubbio e non consueto pregio di una rapida pubblicazione degli atti a poco più di un anno dai lavori del Convegno, circostanza che ne rende i risultati ancora pienamente fruibili.
Notes
1. I restanti due volumi della serie, attualmente in corso di stampa, raccoglieranno gli atti di altrettanti convegni sulla Grecia ‘terza’, tenutisi a Cosenza (5-6 maggio 2010) e a Napoli (26-28 gennaio 2011). L’incontro veneziano, infatti, si inserisce nel quadro del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale La Grecia terza e l’Occidente che vede coinvolte, oltre all’Università Ca’ Foscari di Venezia, anche le Università di Napoli Federico II, della Calabria, di Roma La Sapienza e di Parma.
2. Nell’introdurre il volume, Claudia Antonetti asserisce con una certa dose di enfasi che “quest’Ellade occidentale, a lungo trascurata dagli studi sul mondo greco, è oggi portata alla ribalta e rivelata nel suo volto inedito grazie ad un’attività archeologica dinamica e innovativa”.
3. Una annexe épigraphique composta da nove iscrizioni è posta in coda al contributo.
4. In questo contributo l’Autrice integra e aggiorna i risultati cui era pervenuta nel lavoro Les Étoliens. Image et religion, Paris 1990 (vedi spec. pp. 44-143).
5. Lo studio pubblicato in questo volume ripropone e approfondisce i risultati di una precedente comunicazione, tenuta al Convegno torinese Salvare le poleis , costruire la concordia, progettare la pace, i cui atti – a cura di Silvio Cataldi – sono tuttora in corso di stampa.
6. Lo studio di Pietragnoli prende le mosse da tre passi aristotelici della Politica : 1299b, 30-39; 1298b, 26-38; 1322b, 12-17.
7. Seguendo l’articolazione sinottica proposta da Cabanes, l’Autore traccia un bilancio finale in base alle risultanze della ricerca archeologica, al mode de vie (in senso ampio) degli abitanti del Nord-ovest, alla storia politica, alla società.