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In anni recenti, sull’abbrivo della raccolta di contributi curata da W. Jens, Die Bauformen der Griechischen Tragödie, München, Fink, 1971, le parti strutturali della tragedia sono state al centro di un particolare interesse da parte degli antichisti, e una rilevante attenzione è stata dedicata al prologo.1
Nel solco della tradizione di questi studi si colloca il libro di Fernando Pérez Lambás; il lavoro, che che consta di più di quattrocento pagine, è strutturato in otto parti: la prima, intitolata Consideraciones metodológicas (pp. 13-48), verte su quelle questioni che si potrebbero definire ‘introduttive’: sul fondamento delle argomentazioni aristoteliche (cfr., ad es., Po. 1452b 14-17, Rh. 1415a 22-24). Sulla base delle più recenti prospettive esegetiche (della autorevolezza e della numerosità degli studiosi citati da Pérez Lambás il lettore potrà agevolmente rendersi conto consultando le sezioni tematiche della nota bibliografia, pp. 389-400), si illustra il senso del prologo e si classificano le sue distinte funzioni nelle tragedie sofoclee. L’autore in particolare indica che cosa si intenda per ‘rituale’ e, accogliendo le più rilevanti risultanze della letteratura sociobiologica, teorizza che il rito è un processo di rappresentazione di un sistema culturale di comunicazione simbolica che mescola atti, gesti e parole programmati, marcati e stilizzati; in sostanza il rito è scandito da norme protocollari che definiscono l’espressione religiosa della pratica cultuale di una determinata comunità, con un’importante funzione sociale che ha come base la coesione di detta comunità. Pérez Lambás si sofferma sulle relazioni del rituale con il mito e con il contesto della tragedia greca nell’immaginario collettivo del popolo ateniese e dimostra che, soprattutto nei drammi sofoclei, “alusiones a maldiciones, súplicas, juramentos, sacrificios, entierros y muchas otras, a veces asociados a sus correspondientes mitos, enmarcan el cuadro del discurso trágico que, en forma de poesía ritualizada, presenta estas alusiones rituales como actos programados, estilizados y analógicos” (p. 41).
Questa sezione preliminare introduce ai sette successivi capitoli che costituiscono il nucleo centrale del lavoro, in cui i prologhi dei sette drammi sofoclei sono esaminati “por orden cronológico en la medida en que una cronología relativa nos sirve para ordenar de manera aproximada las siete tragedias, sin entrar en detalles sobre esta controvertida cuestión” (p. 9): Aiace, Trachinie, Antigone, Edipo Re, Elettra, Filottete, Edipo a Colono. Il volume è corredato di una ricca nota bibliografica (pp. 386-420) e di due utili Appendici ( Índice de términos griegos, pp. 421-423, e Índice de pasajes citados, pp. 424-444).
Si tratta di un lavoro degno della massima considerazione, che, contraddistinto da solida institutio, rigore metodologico e consapevole riflessione critica sulla ricca documentazione bibliografica prodotta, rappresenta un contributo di grande utilità allo studio di un così complesso argomento.
Meritevoli di attenzione mi sono parse le osservazioni di Pérez Lambás a proposito del valore simbolico dell’interramento della spada dell’eroe in associazione con i riti funebri nell’ Aiace (vv. 657-660):
“Mediante compuestos extraños que captan la atención del espectador, imágenes impactantes como el guerrero con la espada chorreante de sangre y metáforas como el temple de la espada, se crea un efecto trágico producido por las imágenes que evoca este arma, que en el prólogo sirve para sacrificar el ganado y, posteriormente, se convierte en la sacrificadora del propio Ayante. Pero la espada y la armadura no sólo simbolizan la destrucción del héroe sino también su salvación; pues Ayante acaba fundido, envuelto y sepultado por y con su propia espada y su armamento, que reflejan los ideales que le han hecho caer en desgracia. En última instancia, asistimos al cambio de la condición heroica de Ayante mediante funerales que cohesionan la comunidad en torno a una figura heroica transformada” (p. 80).
E a proposito del tema, evidentemente centrale nell’ Antigone, della sepoltura, riconosciuta anche e soprattutto dalle ‘leggi non scritte’, l’autore ha, a parer mio, posto giusta importanza al significato dell’ossimoro ὅσια πανουργήσασα (v. 74), che “presenta, de manera muy condensada, […] el debate sobre la piedad y la sacralidad del acto de nuestra heroína, un acto a la vez criminal y piadoso. Este motivo supone el punto de arranque del conflicto entre dos puntos de vista antitéticos que fusionan la esfera religiosa y la política en torno a la idea de piedad. Esta oposición es un rasgo estilístico buscado que aparece desarrollado en toda la tragedia, mediante juegos de palabra antitéticos, repeticiones y oxímoron” (p. 158).
Degne di rilievo mi sono sembrate anche le pagine dedicate al motivo del cattivo odore e alla funzione catartica del fuoco nel Filottete (pp. 321-332); all’ambiguità semantica del termine λουτρά che, in relazione alle onoranze sepolcrali nell’ Elettra (v. 84), “se refiere principalmente al lavado purificatorio del muerto pero también a las libaciones derramadas sobre la tumba” (p. 282); e al significato degli spazi sacri, intesi come inviolati loci amoeni, nell’ Edipo a Colono (pp. 354-371). Pérez Lambás ha saputo analizzare questi temi coniugando competenze di natura socio-antropologico-culturale a una sorvegliata acribia filologico-linguistica (alludo, ad es., alle puntuali annotazioni su ἄγραφα νόμιμα, pp. 143-147, μίασμα, pp. 210-223, ἄλσος, pp. 354-371). Si tratta di una riuscita sintesi, per così dire, tra il ‘metodo hermanniano’ e il ‘metodo boeckhiano’, un dato che mi preme qui rimarcare perché utilizza una metodologia che combina filologia e interpretazione secondo il Magistero di Enzo Degani che sull’argomento ha scritto pagine imprescindibili per chi frequenti gli studi classici.2
In definitiva, a me pare che questo lavoro (in cui peraltro non ho riscontrato errori tipografici particolarmente degni di nota) meriti attenzione non solo perché si presenta come un significativo punto di riferimento per lo studio dei prologhi dei drammi sofoclei, ma anche perché fornisce preziose informazioni di più ampia utilità, ai fini di una generale comprensione della cultura letteraria greca.
Table of Contents
Agradecimientos 6
Prólogo 7
Abreviaturas de léxicos y ediciones 11
1. Consideraciones metodológicas
1.1.Estudio preliminar de los prólogos de Sófocles 13
1.1.1. Introducción 13
1.1.2. Funciones prologales 13
1.1.3. El lenguaje trágico de los prólogos 31
1.1.4. Conclusión 35
1.2.Ritualidad y tragedia 35
1.2.1. Mito y rito 35
1.2.2. El contexto ritual de la tragedia griega 42
1.2.3. Los esquemas religiosos y las exploraciones rituales 43
1.3.Los prólogos ritualizados en Sófocles 47
2. Ayante
2.1.Introducción 49
2.2.El culto de Ayante y los rituales funerarios 51
2.3.La voz de Atenea 54
2.4.La espada de Ayante: fuerza de destrucción y salvación 68
2.5.Los sacrificios en el prólogo del Ayante 81
2.6.Conclusiones 92
3. Traquinias
3.1.Introducción 94
3.2.Los oráculos: programa dramático y ritual 97
3.3.Los ritos nupciales 107
3.4.La presencia de Zeus: motivo religioso y dramático 122
3.5.Conclusiones 137
4. Antígona
4.1.Introducción 139
4.2.Los ἄγραφα νόμιμα y la sepultura: algunas notas preliminares 143
4.3.La sepultura del muerto: preparativos piadosos 147
4.4.Los lamentos fúnebres 159
4.5.El ritual funerario y el matrimonio con la Muerte 171
4.6.Conclusiones 182
5. Edipo Rey
5.1.Introducción 184
5.2.Las súplicas 188
5.3.El motivo religioso del μίασμα 210
5.4.Los oráculos y Apolo 223
5.5.Conclusiones 231
6. Electra
6.1.Introducción 233
6.2.La presentación del lugar y sus dioses 237
6.3.El oráculo y la trama del engaño 250
6.4.Las ofrendas fúnebres 263
6.5.Conclusiones 282
7. Filoctetes
7.1.Introducción 284
7.2.Los espacios sacralizados de Filoctetes : la isla, la cueva y los cultos 289
7.3.La evolución dramática del rito de iniciación efébico 304
7.4.El mito de las lemnias: mal olor y fuego en Filoctetes 321
7.5.Conclusiones 332
8. Edipo en Colono
8.1.Introducción 334
8.2.La acogida del héroe: de suplicante a protector 338
8.3.Del ἄλσος a la tumba: los espacios sagrados de Edipo en Colono 354
8.4.La predicción oracular y los signos divinos 371
8.5.Conclusiones 376
Conclusiones finales 378
Referencias bibliográficas 386
Anexo: índices
(1) Índice de términos griegos 421
(2) Índice de pasajes citados 424
Notes
1. Tra i numerosi studi sul prologo in tragedia, e in Sofocle in particolare, di cui rende conto l’ampia e aggiornata bibliografia curata da Pérez Lambás, basterà qui ad esempio menzionare, dopo il fondamentale lavoro di W. Nestle, Die Struktur des Eingangs in der attischen Tragödie, Stuttgart, Kohlhammer, 1930 (ristampato anastaticamente nel 1967 a Hildesheim per i tipi di Olms), il denso saggio di H.W. Schmidt, ‘Die Struktur des Eingangs’, inserito nella pubblicazione collettanea di Jens (pp. 1-46); la miscellanea a cura di F.M. Dunn e di T. Cole, Beginnings in Classical Literature, Cambridge, Cambridge University Press, 1992 (in cui è peraltro contenuto lo studio di C. Segal, ‘Tragic beginnings: narration, voice, and authority in the prologues of Greek drama’, pp. 85-112); e la monografia di A.G. Katsouris, Πρόλογος. Δραματική τεχνική, Ioannina, University of Ioannina, 1997. A proposito dei prologhi sofoclei segnalerei soprattutto gli articoli di A.O. Hulton, ‘The Prologues of Sophocles’, G & R 16, 1969, pp. 49-59; e di J.M. Lucas de Dios, ‘El prólogo en la tragedia de Sófocles’, Emerita 43, 1975, pp. 59-99; Emerita 44, 1976, pp. 51-64.
2. Cfr. ‘Filologia e storia’, Eikasmós 10, 1999, pp. 279-314, ora in Filologia e storia. Scritti di Enzo Degani, a cura di M.G. Albiani, G. Alvoni, A. Barbieri, F. Bossi, G. Burzacchini, F. Citti, F. Condello, E. Esposito, A. Lorenzoni, M. Magnani, O. Montanari, S. Nannini, C. Neri, V. Tammaro, R. Tosi, Voll. I-II, Hildesheim-Zürich-New York, Georg Olms Verlag, 2004, pp. 1268-1303.