BMCR 2017.10.33

Diccionario de personajes de la comedia antigua

, Diccionario de personajes de la comedia antigua. Zaragoza: Libros Pórtico, 2016. 530. ISBN 9788479561475. €39.00 (pb).

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L’esordio del Diccionario de personajes de la comedia antigua è affidato ad un prologo di estensione ridotta (p. 7-8), in cui la curatrice, Carmen Gonzáles Vázquez, presenta il testo per sommi capi, pur non trascurando l’impiego di un’estrema chiarezza e precisione espositiva nell’evidenziare i nuclei fondanti del libro, del quale apprendiamo, in questa sede, gli intenti e, soprattutto, la genesi: si tratta di un lavoro ponderoso e sterminato di un’ equipe interuniversitaria e internazionale di ventisei studiosi. Il testo, nella forma di un dizionario in ordine alfabetico, si configura, anche ad una prima lettura, come un’opera di notevole interesse accademico. L’intendimento primario degli autori è stato quello di scavare all’interno dello sconfinato corpus della commedia greca e latina, nelle opere complete e in quelle frammentarie, rintracciando ed individuando, a seguito di precise ricognizioni, ogni singolo personaggio—sia, questo, un protagonista, un comprimario o un mero personaggio ‘inorganico’1—e compilare uno studio analitico e fondato, una voce monografica, che dia ad ognuno di questi “su propia voz, sus líneas de gloria” (p. 7).

Vi è un’incontrovertibile difficoltà nel gestire una materia tanto vasta e mutevole, nel tracciare i caratteri di un numero, chiaramente spropositato, di personaggi, attraverso la ricostruzione operata a partire dalle opere teatrali antiche. Ammettendo tale complessità, gli autori non propongono “el análisis definitivo” o “definitorio de los personajes de la comedia antigua” (p. 7), ma un punto di partenza sostanziale per chi desideri indagare il profilo di uno o più personaggi; i rapporti intercorrenti tra questi ed altri, appartenenti alla stessa o ad una ben diversa categoria sociale e caratteriale, in opere dello stesso autore o affini o interdipendenti o derivate e, non da ultimo, gli influssi successivi che tali personaggi esercitano, financo, sul teatro moderno.

Successivamente a un Listado de investigadores/comedias y abreviaturas del nombre que aparecen en cada voz (p. 9) prende avvio l’imponente corpo del dizionario, in cui si susseguono le singole voci, disposte secondo due colonne per pagina.

In linea generale, occorre innanzitutto premettere che le voci non si susseguono presentando una struttura fissa ed invariata. Uno schema prestabilito, in un’opera di tal genere, non sarebbe potuto essere affatto realizzabile, considerata l’eterogeneità del materiale, la varietà dei personaggi analizzati, la diversa quantità di informazioni che la commedia veicola per ciascuno di essi. Del resto, se, da un lato, vi sono personaggi comici la cui presenza si dipana attraverso tutto l’arco dell’azione scenica di una data commedia e di cui la caratterizzazione appare ricca ed evidente, vi sono, altresì, personaggi comprimarî, secondarî, minori, ‘inorganici’, la cui caratterizzazione appare, inevitabilmente, complessa o limitata.

All’interno di ogni singola voce, con variazioni più o meno consistenti da caso a caso, trova spazio una concisa definizione del personaggio, con una notazione sul nome—soprattutto, nel caso in cui sia necessaria qualche precisazione sull’etimologia o nel caso di nomina loquentia —o sulla genealogia, con una breve qualificazione o tipizzazione, un’analisi della personalità, dei suoi comportamenti in scena, l’indicazione dell’opera o delle opere in cui esso è presente, la narrazione sintetica, accurata e puntuale del contesto, della trama dell’opera dentro cui si snoda l’azione del personaggio ed una bibliografia di riferimento, aggiornata, precisa ed esaustiva.

Si tirano le somme incasellando il personaggio all’interno di un catalogo, di un vero e proprio repertorio di caratteristiche, individuando, altresì, le diverse chiavi di lettura di ciascuna persona. Ogni voce compendia, di fatto, tutto ciò che è possibile sapere riguardo ad un determinato personaggio. Ove possibile, vi sono dei brandelli di un tentativo di ricostruzione caratteriale e fisica, attraverso la ricomposizione e la rielaborazione delle fonti e dei dati ricavati dall’opera comica.

Tale ricostruzione può avvenire secondo, almeno, due modalità principali.2 In alcuni casi, è necessario basarsi sull’autocaratterizzazione del personaggio, che descrive, o decanta, in solo, determinati aspetti del proprio carattere o delle proprie abitudini—descrizione, si intuirà, non sempre onesta e veridica, che potrebbe, a sua volta, mascherare o, al contrario, palesare intenti satirici o parodie. In altri casi, la descrizione di talune caratteristiche è affidata, in primo luogo, ad un secondo personaggio, come nel caso di Moschione, presente in una commedia frammentaria di Menandro, che viene descritto, in termini non propriamente elogiativi, da Blepes, che lo definisce: “mocito paliducho, muy delgado, algo imberbe… nos parecía un adúltero… desbarbado… maricón” (p. 339). Nel caso della lettera di Fenicia all’amante Callidoro, sono le parole stesse di tale lettera, velate di una raffinata retorica amorosa, a presentare, primariamente, il personaggio (p. 213).

Opportunamente, vi sono brevi citazioni dei versi comici utili alla comprensione di un determinato aspetto del personaggio. Non sempre è presente il riferimento ai versi comici di cui si tratta, soprattutto nel caso in cui sia esposta una sintesi della maggior parte o di tutta la trama dell’opera comica. Una schematizzazione, per mezzo eventualmente di sottoparagrafi fissi, avrebbe privato, in parte, l’opera di interesse.

Evidentemente, l’operazione che gli studiosi hanno voluto compiere è stata quella di presentare il personaggio attraverso le sue caratteristiche e il suo ruolo in commedia, senza che tale intenzione si traducesse in una mera raccolta di riferimenti testuali, ma, piuttosto, in una sintesi ragionata dei dati ottenuti.

Il solo sussidio delle fonti, senza particolari azzardi di natura esegetica, in alcuni casi, può portare il lettore alla formulazione di più di un’ipotesi riguardo all’effettiva esistenza storica di un personaggio, come nel caso di Anticira (p. 29). Sono presenti anche voci relative a ben precise categorie sociali, alle quali appartengono personaggi sine nomine —od anche muti—ma caratterizzati secondo la loro professione: e.g., “Cocinero” (p. 91), “Fabricante de hoces” (p. 207), “Flautistas” (p. 229), “Inspector” (p. 269), “Prítanis, magistrado ateniense” (p. 414) o voci relative a “fasi” teatrali, a momenti scenici, più che a categorie vere e proprie, e.g., Prologo 2, dove l’autore della voce si concentra sui prologhi terenziani, recitati da “innominados”, anche se, molto probabilmente, si trattava semplicemente di: “el primer actor de la compañía” (p. 416).

Attraverso l’analisi della prima categoria di personaggi, si ricava un’atmosfera realistica, vicina a quella che, probabilmente, era la “lógica cotidiana” dei commediografi antichi, delineandosi, così, un filone di ricerca fondamentale per la definizione del ruolo scenico di determinati personaggi fissi, tipizzati, ascrivibili a determinate categorie sociali, caratteriali o professionali. Nel secondo caso, la voce propone uno studio di respiro più ampio, con la definizione di alcuni caratteri fondamentali per lo studio del teatro antico quale genere letterario e, non da ultimo, inserito nel contesto storico e sociale di riferimento.

Ciò che rende, inoltre, tale operazione ancora più pregevole è il fatto che vi si trova l’individuazione dei parallelismi, delle parodie, degli intenti satirici, che trapelano dall’impiego di un personaggio in una commedia o in una data scena comica. Per esempio, è segnalata la funzione parodica dell’araldo negli Acarnesi di Aristofane (p. 253). Una certa attenzione è data, inoltre, anche al finale dell’opera comica, a come il personaggio stesso contribuisce a sciogliere, nell’ explicit, l’intreccio della vicenda.

In conclusione, il libro è corredato di due apparati estremamente utili e dalla struttura chiara ed agevole. Uno, l’Índice de Komodoúmenoi (pp. 497-500), consiste nell’enumerazione di tutti i “personajes públicos, o ampliamente conocidos”, citati all’interno di opere di autori comici di cui non si hanno che sparuti frammenti, la cui datazione è ascrivibile esclusivamente al V-IV sec. a.C. Tale elencazione—si precisa—è stata elaborata da Javier Verdejo Manchado, autore di una monografia riguardante il lessico nei frammenti dei comici greci.3 Il secondo apparato, Elencos (pp. 501-511), è un’elencazione dei singoli personaggi ascrivibili a ciascuna commedia presa in considerazione all’interno dell’opera. Segue la ricchissima bibliografia generale (pp. 513-530), punto di partenza obbligato per ulteriori ricerche ed approfondimenti in materia.

Chi voglia ricercare un dato personaggio della commedia antica, troverà, all’interno di tale dizionario, ogni informazione possibile, insieme ad una bibliografia utile ad ulteriori approfondimenti. Il Diccionario, nella sua natura intrinseca di opera collettanea, di catalogo di innumerevoli personaggi, di raccolta, dalla varietà sconfinata, di situazioni comiche tratte dagli autori del teatro antico, appare di notevole interesse, presentando un campionario di “charlatanes y farsantes” (p. 16), di “indeseables y parásitos” (p. 16), di voci relative a schiavi, matrone, lenoni e prostitute, soldati tronfi e vanagloriosi, uomini dal mestiere più disparato, giovani ingenui, ragazze innamorate e molti altri; figure degnissime di studi ulteriori.

Table of Contents

Prólogo (7-8)
Listado de investigadores / comedias (9-10)
Diccionario de personajes (13-495)
Índice de komodoúmenoi (497-500)
Elencos (501-511)
Bibliografía general (513-530)

Notes

1. Così, li definisce O. L. Wilner, The Character Treatment of Inorganic Roles in Roman Comedy, “Classical Philology”, vol. 26, no. 3, 1931, pp. 264–283.

2. Vd. O. L. Wilner, The Technical Device of Direct Description of Character in Roman Comedy, “Classical Philology”, vol. 33, no. 1, 1938, pp. 20–36.

3. Javier V. Manchado, Léxico de los cómicos griegos fragmentarios de la transición entre los ss. V-IV a.C., Oviedo 2015.