Il volume degli Atti del XXVI Congresso Internazionale di Papirologia (Ginevra, agosto 2010) raccoglie, in formato quarto grande, 111 delle circa 190 comunicazioni ivi tenute.1 Molto opportunamente nell’Introduzione (pp. XVII-XXV) è riprodotto il Programma del Congresso, con l’elenco di tutte le comunicazioni suddivise per sezioni tematiche e contrassegnando con asterisco quelle contenute nel volume, dove sono edite in ordine alfabetico del nome dell’autore. 2
Le articolazioni tematiche ben rispecchiano il carattere prevalentemente storico-documentale della disciplina: Storia dell’Egitto tolemaico e romano; Amministrazione dell’Egitto tolemaico; Amministrazione dell’Egitto romano (3 sezioni); Tassazione nell’Egitto greco e romano (2 sezioni); Economia dell’Egitto greco e romano; Esercito romano in Egitto; Aspetti legali e giuridici nei papiri; Antropologia, onomastica e linguistica; Paganesimo in Egitto; Cristianesimo in Egitto; Papiri demotici, copti, arabi; Papirologia sul campo; Archeologia dell’Egitto greco e romano; Graffiti e dipinti; Paleografia e aspetti formali dei testi; Collezioni di papiri (2 sezioni); Papiri documentari inediti. Ampio spazio hanno assunto le discussioni sugli aspetti e sviluppi di tecnologia digitale per quanto concerne sia la codifica dei testi sia l’elaborazione delle immagini e la loro disseminazione (2 sessioni, più una sessione plenaria). Per i papiri letterari: 5 sessioni, più 2 per i Papiri ercolanesi e 1 sul Papiro di Artemidoro. Le 7 comunicazioni dell’intera sessione sulle Emozioni nei papiri sono state pubblicate altrove e non compaiono nel volume.
Faccio seguire qui alcuni esempi di contributi raccolti negli Atti, più per darne un’idea che per fornirne un’illustrazione completa.
Per l’Egitto tolemaico. B. McGing (pp. 509-516) ridiscute se il concetto di nazionalismo possa essere correttamente applicato alle rivolte dell’Egitto tolemaico. M.C.D. Paganini (pp. 591-597) analizza l’introduzione e i primi sviluppi della funzione di ginnasiarca nei villaggi dell’Egitto lagide. E. Salmenkivi (pp. 671-676) riprende il problema dei meridarchi attestati nel nomo Eracleopolite nel I secolo a.C. e dibatte se la loro esistenza attesti una divisione in merides anche di questo nomo o se non sia piuttosto completamente da rivedere il significato stesso del titolo. D.J. Thompson (pp. 751-754) svolge un’analisi magistrale ricostruendo punto per punto ogni aspetto di un caso particolare contenuto in P. Enteux. 27 nel più ampio contesto del trasporto fluviale del grano in età tolemaica. L. Rossi (pp. 647-654) si sofferma sulle strutture istituzionali e commerciali sia interne sia mediterranee della circolazione del frumento egiziano nei secoli II e I a.C. L. Fati (pp. 229-237) tenta la ricostruzione e l’interpretazione di una sezione d’archivio conservato nei P. Tebt. III, concernente le attività di sitologi della meris di Herakleides (migliore approfondimento avrebbe meritato la questione di cosa siano effettivamente gli ergasteria, anche tenendo conto di quanto da me discusso in Granai nell’Egitto ellenistico e romano: problemi tipologici, lessicali, funzionali e metodologici, in «MEFRA», 120, 2 (2008), pp. 312-315, e non semplicemente giustapponendo le contrastanti opinioni della Duttenhöfer e di Clarysse). N. Grotkamp (pp. 291-298) studia il lessico del furto nei papiri d’età ellenistica. R. Mairs (pp. 457-462) si sofferma sulla funzione e le attività degli interpreti e traduttori nell’Egitto ellenistico e romano.
Periodo romano. A. Jördens (pp. 371-379) ripercorre il problema dei restauri dell’edificio della bibliotheke demosion logon del nomo Arsinoite e del recupero dei documenti ivi conservati e andati deteriorati o perduti. Th. Kruse (pp. 417-423) presenta uno studio sul ruolo del personale d’ufficio subalterno ( grammateis, boethoi, ecc.) e sulla sua importanza nella trafila delle procedure amministrative dell’Egitto in età imperiale; El-Sayed Gad (pp. 265-273) discute sul medico pubblico, se svolga attività municipale o liturgica. M. Drew-Bear (pp. 199-203) analizza le cosiddette “ doreai agonistiche” di Gallieno in Egitto, con le quali l’imperatore aveva concesso il permesso di parificare concorsi di ambito secondario e locale con grandi concorsi di livello internazionale e connessi privilegi. C. Messerer (pp. 529-536) ripercorre l’evoluzione della posizione e dello statuto dei sacerdoti. R.L. Burchfield (pp. 99-106) analizza la funzione dello scriba di pagus, M.S. Solieman (pp. 715-719) quelle di tesserarius e quadrarius, nella documentazione del IV secolo d.C. In riferimento al medesimo IV secolo S. Gällnö (pp. 283- 290) si sofferma su questioni di genere (tessitrici – tessitori) nei papiri documentari concernenti la produzione tessile. C.M. Kreinecker (pp. 407-415) esamina le petizioni di comparizione nel significato e nel lessico, anche in rapporto all’uso dei verbi anapempo o pempo; J.L. Alonso (pp. 11-18) l’ hypallagma come peculiare forma di contratto debitorio e gli effetti della sua registrazione. M. Malouta (pp. 463-469) traccia i rapporti tra Hermopolis e la neofondazione Antinoopolis.
Taluni contributi sono concentrati sull’esercito romano: sulla sua presenza in Bassa Nubia attestata nei papiri di Qasr Ibrim della prima età augustea (T. Derda – A. Łajtar, pp. 183-186); sul veterano L. Bellenus Gemello e i suoi rapporti coll’amministratore delle sue tenute Epagathus (R. Ast – G. Azzarello, pp. 67-71); sulla caccia ai disertori nella tarda antichità (A.M. Kaiser, pp. 381-390).
Altri trattano aspetti giuridici o fiscali (B. Anagnostou-Canas, pp. 27-35: diritto provinciale e protezione degli interessi privati in età romana; M. Appl, pp. 49-54: ricerca e comparsa delle persone nella documentazione dei nyktostrategoi; M. Nowak, pp. 573-580: la funzione dei testimoni nei testamenti d’età tardoantica; M. Langellotti, pp. 425-428: il significato assunto dal vocabolo eide nei documenti fiscali dell’Egitto romano).
Ben rappresentate le religioni pagana e cristiana e i papiri magici (evoluzione cronologica del culto di Apollo come esempio di interpretatio Graeca di svariate divinità locali: O. Henri, pp. 339-347; analisi delle rappresentazioni grafiche nei papiri magici: R. Martín Hernández, pp. 491-498; papiri iatromagici: M. De Haro Sánchez, pp. 159-169; note per una riedizione dell’aretalogia P. Oxy. XI, 1381: F. Naether – H.-J. Thissen, pp. 559-563; riesame di 1Corinzi 14, 23-24 alla luce delle coabitazioni attestate nelle dichiarazioni di censimento: J.A. Weaver, pp. 817-821; Giovanni Crisostomo e Metodio a Montserrat: S. Torallas Tovar – K. Worp, pp. 763-771; manoscritto Genizah 17 di probabile contenuto martirologico: A. Trachsel – U. Yiftach-Firanko, pp. 781-791; contestazione dell’attribuzione di P. Oxy. XLII, 3057 ad ambiente cristiano: M. Minehart, pp. 543-548).
Per l’onomastica e la toponomastica sono di notevole interesse i contributi di I. Marthot sulle confusioni toponomastiche nell’Afroditopolite e Antinoite (pp- 487-490) e di A. Delattre sulle particolarità regionali nell’onomastica d’Egitto nei secoli VII e VIII d.C. (pp. 171-174).
Da segnalare le sezioni dedicate agli aspetti formali e scrittori, nonché ai graffiti e ai dipinti, con la proposta di una nuova branca di studio ausiliaria della papirologia, la “dipintologia” ( tituli picti anforici ecc.: J.-L. Fournet, pp. 259-264): notevoli in particolare un primo saggio sulle abitudini degli scribi nei documenti duplicati (R. Yuen- Collingridge – M. Choat, pp. 827-834), sui pentametri “rientrati” negli epigrammi epigrafici e su papiro (J. Lougovaya, pp. 437-441), sul libro latino di contenuto legale e sulla sua evoluzione tipologica (S. Ammirati, pp. 19-25), sui graffiti bilingui delle cave tolemaiche di Akoris e di Zawiyat-al-Sultan, Medio Egitto (Y. Suto – R. Takahashi, pp. 729-738), sui nuovi testi dall’Oasi di Al-Hayz, deserto occidentale (M. Dospěl, pp. 193-198).
Utili le rassegne sulle collezioni di papiri, la storia della loro formazione, i progetti che su esse si svolgono (P. Rylands a Manchester: R. Mazza, pp. 499-507; M. Choat, pp. 141-147; origine e acquisizione di P. Lond. Lit. 133: R. Otranto, pp. 581-590; ostraca di Leipzig: N. Quenouille, pp. 635-638; papiri di Berlino: H. Essler – F. Reiter, pp. 213-220; Fondo Vogliano conservato a Napoli: G. Indelli – F. Longo Auricchio, pp. 363-370; provenienza di P. Köln XI, 448: M.R. Falivene, pp. 221-227).
Non sono molto numerosi gli inediti; non poche invece le comunicazioni sui papiri demotici, copti e arabi.
Com’era da attendersi, un posto di rilievo (benché pubblicati in numero inferiore rispetto a quelli presentati al Congresso) occupano i contributi sulla tecnologia digitale, le sue applicazioni, i suoi sviluppi e le sue prospettive e quelli relativi alla papirologia sul terreno e ai suoi rapporti con l’archeologia.
Nella sezione sulle “questioni tecniche” sono da menzionare i contributi di K. Blouin (pp. 83-89) sul lino mendesio e di I. Andorlini (pp. 37-44) sui segni di malattia nelle lettere su papiro.
Nell’ambito della papirologia letteraria, oltre alla giornata sull’assai dibattuto Artemidoro (pubblicati solamente i testi di L. Canfora, pp. 119-126, e di J. Hammerstaedt, pp. 307-313), vorrei segnalare i lavori sui papiri virgiliani (P. Ness. II, 1 e 2: M. C. Scappaticcio, pp. 685-693; papiri bilingui dell’Eneide: M. Fressura, pp. 259-264), sui modelli progymnasmatici d’età ellenistica in P. Mil. Vogl. III, 123 (J.A. Fernández Delgado, pp. 239-247), sull’ Epistula Philippi II regis Macedonum (M. F. Salamenou, pp. 661-669), nonché le nutrite sezioni sui papiri da Ercolano.
Una delle caratteristiche più notevoli del volume è la presenza in esso di molti contributi di giovani (talora giovanissimi) studiosi. Il che attesta la persistente vitalità di una disciplina complessa, di alta specializzazione e multiforme qual è la papirologia, com’è anche ben sottolineato sia da P. Schubert nell’ Introduzione sia da R.S. Bagnall nella sua prolusione al Congresso (“The amicitia payrologorum in a globalized world of learning”: pp. 1-5).
Notes
1. I Congressi Internazionali di Papirologia (a cadenza triennale a partire dal 1952: VII Congresso, svoltosi anch’esso a Ginevra), sono stati concepiti per costituire ad un tempo una regolare occasione d’incontro personale per le poche centinaia di papirologi sparse per il mondo, un’opportunità per presentare e discutere nuovi testi e per rappresentare attraverso singoli studi lo stato, le caratteristiche e il profilo della disciplina. Questo aspetto fondante si è un po’ affievolito nel tempo (pur rimanendo immutato nell’impianto) per le moltiplicate possibilità di comunicare le novità in tempo reale offerte dalle nuove tecnologie.
2. La Lista dei partecipanti (pp. XV-XVI) presenta qualche lacuna: per curiosa coincidenza non vi compaiono né chi qui scrive né Lucia Criscuolo, entrambi dell’Università di Bologna, Italia, che pure hanno seguito l’intero svolgimento dei lavori; spero si tratti di un caso isolato.