BMCR 2012.11.60

Le pouvoir impérial dans les provinces syriennes: représentations et célébrations d’Auguste à Constantin (31 av. J.-C.-337 ap. J.-C.). Culture and history of the ancient Near East, 49

, Le pouvoir impérial dans les provinces syriennes: représentations et célébrations d'Auguste à Constantin (31 av. J.-C.-337 ap. J.-C.). Culture and history of the ancient Near East, 49. Leiden; Boston: Brill, 2011. xxiii, 420. ISBN 9789004203631. $196.00.

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La monografia di Hadrien Bru trova una giusta collocazione nell’ambito del diffuso interesse che con crescente vigore cerca di promuovere, all’interno del dibattito storico sull’impero Romano, una seria e rinnovata riflessione sulla figura dell’imperatore e sulle forme della presenza imperiale nel territorio provinciale. Il libro dello studioso francese è destinato ad apportare un contributo di indubbio valore al dibattito in corso proprio in virtù delle caratteristiche metodologiche della sua analisi.

Il ruolo e la presenza del potere imperiale sono analizzati nel corposo volume in modo estremamente dettagliato. La figura del princeps è presa in considerazione nelle sue numerose declinazioni attraverso una vasta gamma di forme di espressione relative a contesti territoriali estremamente diversi tra loro, ben oltre la mera sfera religiosa e cultuale, aspetto che già in passato era stato oggetto di vivo interesse presso gli storici del mondo antico.

Un secondo elemento di pregio è costituito dall’ambito geografico entro i cui limiti si è articolata la dettagliata ricerca di Hadrien Bru. Talvolta le regioni orientali e in particolare le provincie siriane (Syria, Giudea Arabia, e i territori Transeufratici) hanno ricoperto un ruolo secondario, quando non sono state trascurate del tutto, nell’abito di riflessioni territoriali su temi di ampio respiro, aventi per oggetto di indagine l’intera struttura territoriale imperiale. Anche sotto questo aspetto e relativamente ad un tema, come si è già detto, capitale, ovvero la multiforme presenza sul territorio dell’autorità imperiale, il lavoro di Hadrien Bru fornisce un’ottima visione complessiva, offrendo una sistematica trattazione relativa ad un settore finora indagato in modo sparso e discontinuo.

Il periodo preso in esame va dalla fondazione dell’impero con Augusto (31 a.C.) alla piena tarda antichità con la fine del regno di Costantino (337 d.C.). Attraverso l’analisi delle fonti principalmente letterarie, archeologiche ed epigrafiche l’autore indaga i modi attraverso i quali il potere rappresenta se stesso e la sua ideologia, senza trascurare i fruitori del messaggio politico e la loro capacità di percepire il messaggio della propaganda imperiale.

La prima sezione, L’empereur et l’espace syrien, riflette sul ruolo dell’imperatore quale misuratore ed organizzatore dello spazio e delle sue risorse. Il territorio civico e provinciale è organizzato, misurato e delimitato dall’autorità imperiale attraverso l’imposizione di limiti e suddivisioni precise oltre che attraverso la creazione di punti di passaggio, reali o ideali, posti in corrispondenza di luoghi significativi (ponti, archi). Il sovrano è padrone ideale del territorio abitato, degli elementi e delle risorse territoriali. In un contesto vicino-orientale il controllo dell’acqua assume un ruolo preminente sia sul piano reale che su quello ideologico. L’approvvigionamento idrico delle città, la costruzione di acquedotti, ninfei (Soada-Dionysias, Gadara) e terme con il supporto finanziario del potere centrale, oltre alla costruzione di canali come quello di Seleucia Pieria, sono percepiti e concepiti quale dimostrazione dell’effettivo controllo dell’autorità centrale sul bene più prezioso per la sopravvivenza di una comunità.

L’influenza delle scelte imperiali si manifesta nell’aspetto urbanistico delle singole città. Dotate di sostanziale autonomia locale, a differenza dei territori che costituiscono il dominio diretto della casa imperiale (foreste del Libano), le città si uniformano nelle scelte concernenti la loro organizzazione urbanistica, a modelli volumetrici e parametri assiali codificati, in qualche modo indicati e promossi dalla dirigenza imperiale quali ad esempio le celebri vie colonnate (Antiochia).

La seconda sezione, Représentations religieuses, politiques et artistiques, tratta in dettaglio tre diverse divinità, Zeus-Iupiter/Baal/Hadad, Dionysos/Dushares e Nemesis, il cui culto era diventato espressione, in periodi e ambienti sociali diversi, di aspetti ben definiti della ideologia e dell’azione imperiale. Sottolineando la continuità politica espressa dalla casata regnante e attuata attraverso il riconoscimento da parte dei nuovi monarchi della legittimità e dell’eredità dei precedenti imperatori e attraverso la loro divinizzazione post mortem, l’autore promuove una interessante riflessione sulla capacità dell’autorità imperiale di instaurare una sorta di “controllo” sullo scorrere del tempo. Il rapporto di continuità religiosa tra i monarchi ed i loro successori suggerisce la possibilità di una sospensione temporale della figura dell’imperatore, sostanzialmente rappresentato come immutato a suggerire di fatto l’esistenza di una eternità ideale del potere imperiale. L’imperatore risulta padrone quindi oltre che dello spazio anche del tempo.

L’ultimo capitolo della sezione prende in considerazione la presenza dell’imperatore nella società attraverso le rappresentazioni del corpo del monarca, illustrando alcuni esempi conservati della statuaria e della ritrattistica orientali.

La parte conclusiva, Célébrations organisation et promotion du culte impérial, tratta dei giochi, dei concorsi agonistici e delle feste organizzate e promosse dalle comunità orientali (Tiro, Gadara, Bostra, Antiochia). Sembra evidente dalla dettagliata analisi di tali fenomeni nelle province orientali, che tali avvenimenti non erano da considerarsi mere espressioni celebrative, quanto veri e propri veicoli per la trasmissione dell’ideologia imperiale presso un vasto pubblico.

L’evoluzione del culto imperiale nelle province siriane costituisce l’oggetto degli ultimi capitoli della monografia. Da stratagemma per conferire maggiore coesione alla realtà provinciale e includere nell’organizzazione imperiale realtà ai margini delle società civile, antitetiche rispetto al sistema culturale ed amministrativo di impronta ellenistica, il culto imperiale approda alla più tardo sistema di riorganizzazione in eparchie cultuali. Una strutturazione basata su più centri locali di riferimento ricettivi nei confronti degli indirizzi suggeriti dalla capitale provinciale: Antiochia.

In conclusione sono prese in considerazione le forme del culto imperiale negli stati clienti di Roma (Giudea, Commagene, regno Nabateo, Palmira, Osrhoene) sottolineando il ruolo dei monarchi vassalli nella promozione di tale culto e delle forme di rappresentazione del potere supremo romano. Vengono quindi chiariti alcuni aspetti connessi con il ruolo sociale e l’attività degli uomini coinvolti in prima persona nelle celebrazioni e nell’attività di culto (sacerdoti, siriarchi, governatori).

Ciò che emerge come dato incontrovertibile dall’eccellente trattazione di Hadrien Bru è l’estrema duttilità della rappresentazione del potere imperiale e delle manifestazioni del sentimento religioso nei confronti della casata imperiale. Ciò non sorprende. In un ambiente sociale estremamente composito nel quale sensibilità religiose di diversa origine, appartenenti a diversi substrati culturali, convivevano mescolandosi e influenzandosi l’una con l’altra, è evidente come una forma cultuale concepita e promossa dal centro del potere romano venisse declinata in forme diverse che meglio si adattassero alle diverse tradizioni culturali.

Table of Contents

Introduction: vocabulaire problématiques et prolégomènes
L’EMPEREUR ET L’ESPACE SYRIEN
1 L’empereur géomètre
2 Lempereur et l’eau
3 Remarques sur les domaines impériaux
4 L’empereur un vecteur de l’axialité ?
5 Sanctuaires et monuments du culte impérial
REPRÉSENTATIONS RELIGIEUSES POLITIQUES ET ARTISTIQUES
Préliminaire
6 Zeus-Jupiter maître et parèdre de l’empereur
7 Dionysos Dusarès et le culte impérial
8 Némésis et le culte impérial.
9 L’empereur et l’éternité
10 La puissance du nom
11 Les représentations impériales sculptées
CÉLÉBRATIONS ORGANISATION ET PROMOTION DU CULTE IMPÉRIAL
12 Jeux concours et fêtes ou la théologie de la victoire impériale appliquée aux cités des provinces syriennes
13 L’organisation du culte impérial et les koina des provinces syriennes
14 Les États clients et le culte impérial
15 Les responsables des célébrations et des représentations du pouvoir impérial
16 Remarques sur quelques fonctions religieuses liées au culte impérial provincial
Conclusion
Appendix: Les empereurs romains dont la présence effective est attestée dans les provinces syriennes
Bibliographie