BMCR 2012.07.52

Galen: Method of Medicine. Volume I, Books 1-4; Volume II, Books 5-9; Volume III, Books 10-14

, , Galen: Method of Medicine. Volume I, Books 1-4. Loeb Classical Library 516. Cambridge, MA; London: Harvard University Press, 2011. clvii, 461 pages. ISBN 9780674996526.
, , Galen: Method of Medicine. Volume II, Books 5-9. Loeb Classical Library 517. Cambridge, MA/London: Harvard University Press, 2011. xxv, 541 pages. ISBN 9780674996793.
, , Galen: Method of Medicine. Volume III, Books 10-14. Loeb Classical Library 518. Cambridge, MA/London: Harvard University Press, 2011. xxiv, 567 pages. ISBN 9780674996809.

Galeno, Methodus medendi VI 2 (10,390,12-14 Kühn): “Non è possibile stabilire il numero di quanti sono morti in preda alle convulsioni, dopo essere finiti nelle mani guaritrici dei seguaci di Tessalo”; e X 4 (10,683,15-17 Kühn): “Quanto a me, per aver dato prova nei fatti di tutte queste pratiche terapeutiche,… sono stato chiamato taumaturgo da quelli che stavano dalla mia parte o dai miei avversari”. Dichiarazioni di questo tipo costituiscono il filo rosso dell’accesa critica da parte di Galeno contro Tessalo e i medici metodici per tutti i quattordici libri del Metodo terapeutico. Opera non solo polemica, ma anche trattato scientifico e raccolta di notizie sulla prassi medica, il Metodo viene ora pubblicato, tradotto integralmente per la prima volta in lingua inglese e con testo greco a fronte, in tre volumi da I. Johnston e G. H. R. Horsley. Non si tratta di un’edizione critica, come gli autori fanno notare (vol. I, p. CVI s.), bensì di un lavoro divulgativo presso un pubblico di lettori interessati alla storia della medicina occidentale.

Gli autori riproducono sostanzialmente il testo greco di C. G. Kühn (Lipsia, 1825) con alcuni emendamenti ricavati sia dalla traduzione inglese di R. J. Hankinson per i primi due libri (Oxford 1991) sia dal codice di Londra, British Library Add. 6898 del sec. XII, e segnalati in brevi note a piè di pagina. In alcuni casi, tuttavia, la collazione del manoscritto londinese si rivela non del tutto accurata: a p. 35 del vol. I, per es., risulta dalla nota 25 che la lezione del manoscritto sarebbe ὅ μοι ὡς εἰ, lezione che viene corretta dagli editori in ὁμοίως εἰ. Il codice di Londra (f. 3v, ultima riga) legge in realtà ὅμοιον (breviat.) ὡς εἰ ed è questa poi la lezione giusta. Quanto alle lezioni derivate da Hankinson, farei notare, sulla base di collazioni da me condotte in vista dell’edizione critica, che i testimoni manoscritti utilizzati dallo studioso americano, i Par. gr. 2160 e 2171, sono discendenti del medesimo codice di Londra per il tramite di un altro suo apografo, il Laud. gr. 56 attualmente conservato a Oxford. Il Par. gr. 2171 inoltre è all’origine della tradizione greca a stampa.

Il lavoro di Johnston e Horsley si compone di Introduction (vol. I, pp. IX-CXXXVII), Bibliography (CXXXIX-CXLIV), Abbreviations (CXLV-CXLVI); ad esse segue la traduzione così ripartita nei tre volumi: libri 1-4 vol. I, libri 5-9 vol. II, libri 10-14 vol. III. In ciascuno dei volumi la traduzione è preceduta da una sinossi dei libri ivi contenuti che facilita l’orientamento del lettore.

Qualche appunto inoltre sull’introduzione. Nel capitolo 1, sulla vita di Galeno, mancano riferimenti ai nuovi dati biografici relativi soprattutto agli ultimi anni di vita, ora forniti dall’opuscolo De indolentia; di esso non si tiene conto nemmeno a p. XLVIII, dove si fa cenno al famoso incendio del tempio della Pace nel 192, dal quale il De indolentia, come noto, trae spunto. Nel capitolo 2, un resoconto dei medici precedenti e contemporanei ricordati nell’opera, sarebbe stato opportuno citare alla p. XLIV l’importante lavoro di K. Deichgräber, Die griechische Empirikerschule. Sammlung der Fragmente und Darstellung der Lehre, Berlin – Zürich 1965 2. Nel capitolo 3, sugli scritti del corpus Galenicum, non corrispondono al vero le notizie di p. L e della nota 72 riguardanti il primo e l’ultimo (rispetto all’anno di pubblicazione di questa traduzione) dei volumi apparsi nella collana berlinese del Corpus Medicorum Graecorum; in questa stessa sede sarebbe stato forse opportuno anche dare maggiore spazio alle acquisizioni del cosiddetto ʽnuovo Galenoʼ. Buoni invece i capitoli 4 e 5 sulla metodologia di Galeno e sul contenuto dello scritto ora tradotto, il cap. 6, un excursus sulla terminologia medica a confronto con l’uso moderno, e i capitoli 7 e 8 rispettivamente su lingua e stile e sui criteri adottati per il testo e la traduzione. I due capitoli finali dell’introduzione costituiscono altrettante rassegne lessicali su malattie e sintomi (cap. 9) e sui rimedi (cap. 10): esse, come pure il già citato excursus al capitolo 6, hanno il merito di rendere più fruibile il testo da parte del lettore moderno. Tale intento, del resto, non si limita alle sole pagine dell’introduzione, perché anche nella traduzione di alcuni passi dal libro 6, 8 e 10 si fa ricorso a tavole per illustrare meglio la procedura terapeutica adottata da Galeno.

La traduzione, per quel che può giudicare un non madrelingua inglese, appare accurata; i termini medici ancora in uso vengono opportunamente traslitterati, per es. “diapedesis”, “ichor”, “krasis”. Le note alla traduzione forniscono le informazioni essenziali riguardanti i numerosi Realien del testo originale.

Per quanto riguarda il testo greco, il layout di J. – H. presenta il grosso vantaggio rispetto al Kühn della divisione in capoversi non numerati. Ciò consente di comprendere meglio l’articolazione del discorso di Galeno all’interno dei vari capitoli. In qualche caso, come è naturale, si potrebbero apportare ulteriori miglioramenti all’interpunzione: per es. a p. 132 del vol. I sarei dell’avviso di isolare con due trattini piuttosto che tra virgole tutta la sequenza incidentale da εἰ γὰρ ἐπεξίοιμι fino a ἐκέλευσα, diversamente da J. – H., i quali in questo caso ripropongono il testo secondo l’assetto di Kühn (10,84,15-16).

Chiudono l’opera un Index of names (III 539-546) e un General index (547-567), entrambi riferiti alla traduzione.

È questo un lavoro di cui tener conto per la futura edizione critica della Methodus medendi. Ad esso si può applicare la metafora delle strade d’Italia rese più agevoli da Traiano e usata da Galeno per precisare il proprio contributo alla terapia ippocratica (cfr. Methodus medendi IX 8 = 10,632-633 Kühn). In effetti, rispetto all’edizione di Kühn, la nuova traduzione rende ora la lettura di quest’opera galenica più accessibile anche ai non specialisti di medicina greca antica.