BMCR 2011.06.21

La sculpture grecque: une introduction. Le livre de poche 31778

, La sculpture grecque: une introduction. Le livre de poche 31778. Paris: Librairie générale française, 2010. 446 p.. ISBN 9782253905998. € 9.50.

In questo volume di piccolo formato, edito dalla celebre casa editrice Livre de Poche, Bernard Holtzmann è riuscito con successo a presentare in maniera coerente ed esaustiva l’evoluzione della scultura greca dai primordi dell’età geometrica sino alla fine della tarda antichità.

Inserendo un intero capitolo consacrato alle opere scultoree prodotte in Grecia nei primi quattro secoli dell’era volgare, l’autore valica infatti il limite cronologico tradizionalmente imposto dagli studi di storia dell’arte, che sono soliti individuare l’ultimo afflato creativo del genio ellenico nel tardo ellenismo del I secolo a.C., ovvero nell’elaborazione di epoca adrianea del tipo statuario di Antinoo. Opere plastiche solitamente ascritte dalla letteratura archeologica alla cosiddetta cultura artistica delle province della Grecia in età romana, databili dunque fra il primo ed il quarto secolo d.C., divengono per Holtzmann opere d’arte greca tout court, secondo un criterio di ordine meramente geografico che prescinde dal milieu culturale, politico e sociale nel quale tali opere sono state create. Il volume si articola in due parti fondamentali, cui è premessa una breve introduzione: nella prima parte si esaminano le caratteristiche formali e funzionali delle opere scultoree, mentre nella seconda, dopo poche pagine dedicate alle nozioni di stile e ai problemi di datazione, si presenta un catalogo di opere scelte, cronologicamente ordinate e corredate dalle rispettive riproduzioni fotografiche. Il volume termina con un capitolo dedicato all’oblio e alla riscoperta della scultura greca, dalle distruzioni operate dei cristiani in epoca tardo antica agli straordinari studi di Humfry Payne del secolo scorso.

Nell’introduzione, che indaga il ruolo della scultura nella produzione artistica greca, l’autore, dopo averne sfatato il mito di arte per eccellenza, rileva come questa non debba essere considerata come un fatto isolato, sviluppatosi in maniera autonoma rispetto alle altre manifestazioni artistiche: oltre ad essere legata indissolubilmente a pittura e architettura, la scultura ha infatti influenzato profondamente le produzioni di artigianato artistico cosiddette minori – dalla toreutica alla ceramografia – offrendo innumerevoli schemi e motivi iconografici.

Nella prima parte del volume, suddivisa in numerosi paragrafi, l’autore si sofferma sulle caratteristiche salienti della scultura greca, esaminandone dapprima i materiali e le tecniche di esecuzione, per poi concentrare l’attenzione sulle funzioni che le opere hanno avuto in ambito religioso, pubblico e privato; si passa infine al campo dell’iconografia, per poi descrivere le convenzioni impiegate per la rappresentazione della figura umana.

Dopo un breve cenno sulla contrapposizione fra immagine plastica e spazio circostante, nel paragrafo “Espace et volume”, l’autore illustra la distinzione fra statua a tutto tondo e rilievo, terminando con una breve nota sull’importanza del basamento come elemento indispensabile nella statuaria greca.

Nel paragrafo “Un art manuel” l’autore documenta, servendosi delle testimonianze offerte dalle fonti letterarie, lo status sociale degli scultori, che, inevitabilmente soggetti ad un lavoro manuale considerevole, venivano considerati alla stregua di operai. Segue il lungo paragrafo “Matériaux et techniques”, nel quale si indagano in dettaglio i materiali utilizzati per la realizzazione delle opere scultoree (argilla, legno, pietra e metalli) e i relativi metodi di lavorazione.

Nel paragrafo “Genres” sono invece analizzate le funzioni che le sculture hanno avuto nel mondo greco: dopo aver dimostrato che il ruolo primigenio della statuaria, in Grecia, è quello di fornire l’immagine della divinità, vale a dire la sua statua di culto, Holtzmann affronta gli altri generi, da quello di ambito funerario a quello commemorativo e onorifico, per affrontare infine il tema della nascita del ritratto.

All’interno di questo paragrafo appare inconsueta la rubrica “La sculpture décorative”, nella quale vengono riuniti aspetti e generi invero piuttosto eterogenei della scultura greca, che hanno come unico denominatore la subordinazione della decorazione scultorea ad un oggetto più ampio: si trovano così trattati nello stesso ambito la decorazione plastica dei grandi calderoni di epoca orientalizzante, la scultura architettonica dei templi di ordine dorico e ionico e l’arredo statuario delle ricche dimore romane in Italia, ricolme di copie in marmo di originali greci.

Nei successivi paragrafi “Le champ iconographique” e “Les conventions de la figuration humaine” l’autore chiarisce come l’antropomorfismo degli dei greci abbia giocato un ruolo fondamentale nella scelta del soggetto privilegiato dalla scultura greca, ossia la figura umana, e come la sua rappresentazione si avvalga di convenzioni retoriche che evolvono nelle diverse epoche storiche.

Nella seconda parte dell’opera, anch’essa suddivisa in più paragrafi, l’autore espone sinteticamente i concetti di stile e scuola, nonché le problematiche concernenti la datazione della plastica greca. Nel paragrafo “Tradition et renouvellement”, l’autore individua nella mentalità fortemente agonistica dei greci il mezzo fondamentale attraverso il quale l’arte si è arricchita ed evoluta incessantemente a partire dall’VIII secolo a.C., grazie anche alla trasmissione di competenze condivise all’interno delle botteghe, che diventano un elemento costitutivo dello stile di una determinata scuola.

Ed è proprio nel paragrafo successivo, “Les composantes du style”, che l’autore offre una definizione del termine stile, considerato come l’insieme dei tratti formali che caratterizzano un’opera e che permettono di distinguerla o di avvicinarla ad un’altra. Holtzmann ammette comunque che lo stile, che ha diffusione regionale o locale, è però difficilmente individuabile per certe epoche e per determinate regioni, in ragione dell’estrema mobilità degli scultori a partire già dal VI secolo a.C. Accanto alla nozione di stile, l’autore associa quella di scuola, che permette l’introduzione del fattore temporale nel discorso sullo stile, sostanzialmente spaziale.

Negli ultimi due paragrafi “Les aléas de la datation” e “Chronologie historique et chronologie artistique” vengono affrontati i problemi relativi alla cronologia delle sculture e al loro inserimento nella periodizzazione delle epoche storiche. Segue poi la parte più sostanziosa del libro, composta di 125 schede (comprensive di bibliografia di riferimento) che presentano altrettante opere, per la maggior parte originali greci, ma anche copie romane di epoca alto e medio imperiale, raggruppate in cinque capitoli corrispondenti ai grandi periodi artistici della scultura greca: geometrico, arcaico, classico, ellenistico e imperiale.

Chiudono il volume un glossario per i termini tecnici o di difficile comprensione da parte del grande pubblico, ed un apparato bibliografico ampio e giustamente selettivo.

I capitoli e le schede relative a ciascuna opera sono redatti in una prosa chiara, priva di convulsioni, che non indulge in tecnicismi e che, pur contenendo una formidabile messe di informazioni, non cade mai in eccessivi specialismi. L’autore liquida ironicamente le discussioni e gli sterili bizantinismi riguardanti alcune opere controverse con significativi punti di sospensione, già utilizzati in maniera più discreta nel celeberrimo volume sull’Acropoli di Atene (Bernard Holtzmann, L’Acropole d’Athènes: monuments, cultes et histoire du sanctuaire d’Athèna Polias, Paris 2003).

In quest’opera di piccolo formato sono state operate delle ovvie esclusioni, ed è lo stesso autore a precisarlo, anche se mal si comprende la totale assenza della produzione scultorea della Magna Grecia e della Sicilia: la Dea di Taranto (scheda numero 39) e il giovane di Mozia (scheda numero 40), seppure presenti, non sono infatti rappresentativi delle due regioni poiché, anche se di controversa attribuzione, vengono assegnati da Holtzmann a officine della Grecia propria.

Concludendo, un libro utile, godibile sia da un pubblico di non specialisti, per la sua chiarezza espositiva, ma rivolto anche ai cultori della materia, grazie alle originali riflessioni esposte nelle schede relative alle opere presentate.