Pubblicato in una veste grafica semplice ed essenziale, questo agile commento curato da William Hansen ha una destinazione eminentemente scolastica e prevede, senza alcun indice, una sezione introduttiva (pp. i-xi), il testo greco (pp. 1-44) e il commento (pp. 45-101).
La breve sezione introduttiva presenta un’ulteriore articolazione: una stringata Preface, con qualche cenno su datazione, lingua e tradizione manoscritta (p. i); un elenco delle Main Divergences From Perry’s Text (pp. ii-vi); due pagine su The Language of the Life of Aesop (pp. vii-viii); una ridottissima Bibliography (p. ix) distinta in tre microsezioni (Critical Editions; English Translations;1 Scholarship); una eterogenea lista finale di Abbreviations (pp. x-xi).
Il testo greco, nella versione tràdita dalla Vita G, è quello di Perry (1952), del quale vengono proposti i capitoli 1, 2 (solo la prima frase), 4 (senza la prima frase)-11, 22-33, 44-74, 75-76 (tratti dalla Vita
Il Commentary, la sezione più estesa del volume, tende per lo più a offrire la traduzione di singole parole o di più ampie espressioni (non sempre, invero, di particolare complessità), integrandole talora con sintetiche note grammaticali o lessicali (soprattutto con riferimenti alla koine e alla differenze con il greco di età classica). Sono invece pressoché assenti riflessioni di carattere storico-antiquario, filologico-testuale, critico-letterario, così come indicazioni di loci paralleli o anche rinvii bibliografici per eventuali approfondimenti.
Se dunque l’utilità del volume può apparire limitata per gli specialisti della materia, va tuttavia debitamente sottolineato che i destinatari sono ben altri, come si sarebbe potuto leggere nella Series Preface che, di solito incipitaria nei Bryn Mawr Commentaries, risulta qui inopinatamente assente. È proprio in questa sede, infatti, che il General Editor (Richard Hamilton) non solo chiarisce che “these lexical and grammatical notes are meant not as a full-scale commentary but as a clear and concise aid to the beginning student”, ma addirittura ricorda che gli autori dei commenti hanno ricevuto precise limitazioni: “have been told to resist their critical impulses and to say only what will help the student read the text”.
Considerato in questa prospettiva, il volumetto di Hansen può dirsi certamente calibrato e si spera possa condurre nuovi e giovani lettori alla scoperta di un testo oltremodo piacevole, a cui meriterebbe di essere prima o poi dedicato un sistematico commento scientifico.
In appendice segnalo alcune lievi imprecisioni, omissioni o refusi, che potranno essere utili in caso di ristampa o di nuova edizione: – p. iii, r. 3 (dal basso): l’integrazione della punteggiatura dopo
– p. v, r. 13 (dal basso): Hansen assegna a Papathomopoulos la correzione di
– p. 1, r. 4 (dal basso): il pronome
– p. 6, r. 11 (dal basso): Hansen pone tra parentesi uncinate l’espressione
– p. 7, r. 4: l’integrazione del punto in alto dopo
– p. 7, r. 13: prima di
– p. 10, r. 11: la correzione del punto (.) in punto e virgola (;) dopo
– p. 25, r. 1: Hansen introduce la lectio
– p. 32, r. 17:
– p. 35, r. 1: nel testo di Hansen si legge il verbo
– p. 46, r. 10: durng, corrige during.
Notes
1. Oltre a precisare i destinatari d’elezione del volume, l’aggettivo “English” consente di giustificare l’assenza di altre traduzioni quale per esempio, da ultimo, quella di Corinne Jouanno, pubblicata nel 2006 per Les Belles Lettres. Meriterebbe forse una citazione autonoma il lavoro di Lloyd W. Daly ( Aesop without Morals, New York – London 1961), visto che proprio da quel volume Hansen ha tratto – come egli stesso puntualizza – la traduzione della Vita Aesopi riportata nel volume Anthology of Ancient Greek Popular Literature, da lui curato e citato appunto tra le due English Translations della Bibliography.
2. La scelta antologica, per quanto esplicitamente dichiarata nella Preface (“The Life is too long to be included in its entirety here”), non consente al lettore moderno di cogliere appieno l’intenzionale disegno strutturale di questa anonima biografia fittizia che invece proprio Niklas Holzberg (l’unico studioso citato da Hansen nella sottosezione Scholarship della Bibliography) ha il merito di aver individuato e analizzato.
3. In queste circostanze, nelle quali Hansen si attiene per lo più alle scelte di Papathomopoulos o di Ferrari, si registra una certa disomogeneità, addebitabile forse a esigenze di semplificazione editoriale. In taluni casi, infatti, nelle Main Divergences From Perry’s Text il Curatore indica con la sola lettera G quali lectiones siano frutto del ripristino del testo tràdito (cf. per esempio p. ii, r. 19:
4. Per mera pedanteria bibliografica, segnalo che nel 1991 Manolis Papathomopoulos, dopo l’edizione della Vita G del 1990 (cui fa riferimento Hansen), ha pubblicato una
5. Sono soltanto una decina i casi in cui la correzione o integrazione adottata da Hansen non è stata già accolta da Ferrari o da lui direttamente avanzata. Puntualizzo inoltre che l’edizione BUR della Vita citata da Hansen come seconda edizione (2002) è in realtà una ristampa dell’edizione del 1997: lo studioso americano è stato forse sviato dalla consuetudine della casa editrice italiana di indicare come nuova edizione quella che è una semplice ristampa.
6. Per agevolare la consultazione sarebbe stata di grande utilità una numerazione di rigo (come nell’edizione di Papathomopoulos e in quella di Ferrari) o un sistema di richiami con esponenti numerici (come in Perry). Ne consegue, per limitarci a un solo esempio, che un’indicazione quale <
7. Di numerose congetture o correzioni, per esempio, si apprende la paternità (Blake, Charitonidis, Dölger, La Penna, Maas, Post) ma non è possibile conoscere i dati bibliografici relativi alla sede di pubblicazione.